
CRISTINA DONATI MEYER. Un percorso artistico dall’interiorità alle esteriorità, dal privato al pubblico, dal singolo al collettivo, dall’io al sociale.
Martedì 10 maggio, Ore 18.00
Anteo Palazzo del Cinema
INAUGURAZIONE MOSTRA “SGUARDI RIBELLI E OLTRE” di CRISTINA DONATI MEYER
L’artista espone un percorso artistico e comunicativo che parte dal proprio sentire interiore, dalle proprie passioni per giungere all’impegno sociale, pubblico e collettivo.
Le opere raccontano, quindi, in principio, l’intimità e la soggettività dell’artista (la cura, la “consolazione”, l’amore per gli animali, per i gatti in particolare, “l’urlo al femminile”, la sovrapposizione di colori, scritte, di piani e profondità, il bacio saffico, l’abbraccio che stringe e protegge), per poi scorrere ed uscire sulla scena pubblica, con opere impegnate, partigiane, di rivendicazione, denuncia e urli di lotta (femministi, per il pianeta, contro le guerre e il trattamento disumano riservato ai migranti, le grandi donne della Storia nel “Quarto Stato al femminile”, gli AnarCat – gatti anarchici e ribelli, le donne che sorreggono il mondo ma che sono costrette a rivendicare la propria presenza e i propri diritti, i cortei femministi, il pacifismo).
Tele, carta e cartoni accolgono il messaggio artistico che intende indurre alla riflessione, al contraddittorio, al dubbio.
Sono opere di arte pubblica e, di conseguenza, rifuggono le gallerie e vengono affisse, senza alcuna autorizzazione, sui
muri delle città.
“Siano le strade e le piazze delle città un tripudio di arte pubblica”, affermava il “poeta maledetto” della Rivoluzione d’Ottobre, Vladimir Vladimirovič Majakovskij nel 1918.

Kiss The Earth di Cristina Donati Meyer, è l’opera scelta per l’immagine della 29ma edizione di Sguardi Altrove Film Festival
BIOGRAFIA
Cristina Donati Meyer è una street artist artivista italiana, classe 1985, di madre tedesca e padre bergamasco. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera, vivendo principalmente a Milano. Ha iniziato a realizzare performance ed arte pubblica nel 2007, con la performance sui cambiamenti climatici, “La morte della Primavera” (in piazza Castello a Milano, l’artista vestita da Primavera del Botticelli posta in una bara).
Dal 2018 invade strade e muri di diverse città italiane, in particolare Milano, con la propria poster art e con installazioni e performance, ironiche, graffianti e socialmente impegnate. Ha esposto le proprie opere in diverse città, gallerie ed è presente al MUDEC di Milano nell’ambito di una mostra permanente sul colonialismo (con la scultura-installazione “Il vecchio e la bambina”, rivisitazione del monumento a Indro Montanelli).
Come scriveva Vladimir Majakovskij nel 1918, “siano le strade e i muri delle città un tripudio di arte pubblica”.
È sempre meglio uno schiaffo a colori su un muro che sveglia, di una cantilena nazionalpopolare che sopisce le sensazioni e addormenta.
L’arte deve indurre chi osserva e partecipa a riflettere, scatenare reazioni e sentimenti, anche negativi. Impegnata e partigiana, Cristina è intervenuta, negli ultimi anni, sui temi più scottanti dell’attualità, sul dramma dei femminicidi e dei migranti uccisi in mare, sull’omofobia, sulle tossicodipendenze, sui cambiamenti climatici, sul lavoro-schiavismo (riders e altri) ottenendo riscontri stampa nazionali ed internazionali. Cristina classifica l’arte impegnata, il lavoro proprio e di altre artiste/i come “Artivismo”, che sposa i concetti di artista e attivista, gettando le basi per un movimento artistico di strada. Tra i suoi interventi che hanno ottenuto maggior riscontro, lo sfregio con vernice rossa all’installazione di Gaetano Pesce, “La donna poltrona” contro la mercificazione della donna; “Robocop dei mari”, con Salvini nei panni del poliziotto robot contro i migranti, lo stesso Salvini vestito da gerarca fascista, quando propose la schedatura su base etnica (sui cancelli della sede della Lega Nord a Milano e di fronte la Prefettura meneghina); decine di fantocci gettati nella Darsena milanese (“Mare Mostrum”), per segnalare le uccisioni in mare dei migranti; per le combattenti curde e palestinesi; “L’Ultima cena dei mafiosi” (opera di 5 metri per due, installata di fronte la chiesa di Santa Maria delle Grazie). Non solo opere e performance a sfondo sociale e politico, ma anche arte intima e di sentimenti (come “Il bacio”, “Consolazione”, “La scimmia”). L’artivista ha all’attivo diverse esposizioni, collettive e personali, tra cui la monografica presso la Ex Fornace di Milano.
Per sostenere l’artivismo, una voce libera, graffiante e fastidiosa, contro tutti i poteri, Cristina realizza e vende stampe in edizione limitata e numerate, oltre ad opere stampate su bags e T-shirt.